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Una bella brutta giornata.

Brutta perchè per almeno 5 minuti (anche un’oretta in taluni casi) tutti mi sono stati molto sul cazzo. Chiunque mi abbia rivolto la parola oggi l’ho detestato fortemente.

Un fastidio per le inconsapevoli piccolezze, per la vacuità, per i ragionamenti fallaci, per l’eccesso di parole contrapposto all’esiguità dei concetti, per l’omissione di parole nel momento in cui è necessario e fondamentale dire.

E poi una incontrollabile insofferenza per chi scarseggia in quanto a palle.  Ufff e non m’attaccate le pippe politically correct eh. Che non mi riferisco a chi: sta male, ha quella paura in cui spesso vivo e blablabla.

Scancellati tutti quelli che rientrano nelle “categorie protette”, me so rotta li cojoni di chi tentenna di continuo. Un po’ di qua e un po’ di là. E prendila na posizione! Deciditi! Mica tutti devono andare in giro con una katana come me, però cazzo! Essù, un po’ di carattere, non ci vuole niente. O sì o no.

Ma è stata anche bella la giornata. Perchè tutto il fastidio è stato assorbito dalla Giovanna d’Arco in piena ascesi mistica che ormai mi abita. Con tutta l’armatura e la spada eh.

Sono la novella Hildegard von Bingen, con un filino di Julian of Norwich per temperare l’impeto teutonico.

Quindi, osservando il brulicare delle minchiate umane dall’alto, ho percepito quel senso di sticazzi mistico che mi ha consentito di volgere il guardo verso l’altrove.

E quando è arrivato il temporale ed il cielo s’è fatto giallo e livido, ho compreso che quello era il segnale dello sfrangimento della Minchia Celeste, che era in universale e completa armonia con me.

Mentre ero alla finestra con il solito ipod, fissando un punto nel vuoto e raggiungendo il Nirvana osservando il cielo (che ormai vivo così), ho notato qualcuno in basso, per strada, che si sbracciava vigorosamente. Ed era la mia amica S., che si riparava sotto la tettoia della pizzeria Giggi er Troione e mi faceva segno di rispondere al telefono, che stava squillando da quel dì e io con la musica non avevo sentito na fava.

– A Tì, cazzo stai a fà in finestra a guardà il cielo da du ore? –

– Niente niente, ‘nte preoccupà –

Sì, esseri umani, non smetterò mai di amarvi.

Mi fate schifo tanto, ma vi amo. Anzi, mi fate schifo tanto e, quindi, vi amo.

“Se gli uomini devono distruggere certi esemplari della propria specie per cattiveria o per incomprensione, per indifferenza o per paura, allora a noi, destinati ad essere distrutti, spetta un’incredibile libertà. La libertà di amare gli uomini e di non odiare noi stessi”.

Christa Wolf   (su suggerimento di Davide Tocco di Fregno Tarozzi).

18 risposte a “

  1. marco

    “osservare il brulicare delle minchiate umane dall’alto” è una frase da premio nobel !! : )
    La tua frase finale invece mi ricorda una canzone dei Baustelle!
    Anche a Genova nei vicoli c’è (o forse c’era?) un pub di un certo Gigi il Troione!

    • “Io vi amo
      vi amo ma vi odio però
      vi amo tutti
      è bello è brutto io non lo so
      io vi amo
      vi amo ma vi odio però
      vi amo tutti
      è bello è brutto è un giglio marcio
      io vi amo
      vi amo ma vi sputo però
      vi amo tutti
      è bello è brutto è solo questo”

      Questa per caso?

      La pizzeria non ha un nome e per questo è stato ribattezzato “Giggi er Troione”.

      Quindi sei di Genova?

      Grazie per il nobel.

      • marco

        Sì, proprio quella : ) “Un romantico a Milano”
        Sì, sono di quel buco di città chiamata Genova, anche quel pub non aveva un nome, ci sono stato una volta e questo Gigi era un personaggio molto folcloristico, dovevi per forza bere il “colpo” che preparava lui come specialità, io allora avevo chiesto una caipiroska e mi stava dando del frocio per questo!

    • E’ normale che io non abbia più alcun tuo blog da leggere???

  2. poetella

    e dire che avevo percepito un larvato accento romano…
    ma…me sa che sbajavo!
    😦

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