Stanchezza, fisica, solo fisica.
La testa lavora sveglia, sveglissima.
Un principio di influenza, mal di gola, ossa infastidite. Robetta pallosa, niente di che. Seccante che mi rallenti.
Processo pensieri ad una velocità che, quasi distaccandosi da me e guardandomi con disprezzo, mi sibilano richieste di massima attenzione e un ritmo ancora più celere.
Mi sembra che le persone parlino come in scene al rallenty e divento intollerante e isterica quando devo ripetere due volte la stessa cosa.
Ogni tanto il corpo mi dice: “Ammerda! Dammi un tozzo di pane secco”. Tendo a dimenticarmene. Lo accontento con pizza bianca secca e dura come una lastra di marmo, arraffata da qualcosa in cucina e masticata mentre già cammino per strada.
Davanti ai mandaLini ancora non hanno rimosso le automobili completamente incendiate. Ogni volta che esco me le ritrovo esattamente di fronte. Impiegheranno almeno una decina di giorni: con la mia è stato così, quasi un anno fa esatto. Sembra un monito, un modo per dirmi: guardati ora, guardati tutte le differenze.
Niente tempo per leggere blog. Niente tempo per ricordare. Niente tempo per il passato ne’ per il futuro. Sono in un incessante presente. Chi c’è, c’è. Il resto non esiste.
Ogni tanto ho la sensazione fisica che la terra stia tremando, che ci sia una scossa sismica. Poi mi rendo conto che è solo il mio cuore che mi sta battendo colpi eccessivamente veloci e forti dall’interno.
Cerco soluzioni ai problemi a due a due per non perdere nulla nel frattempo. Mi scorro le immagini come avessi un dito sul touch screen della mente e decidere rapidamente cosa mi serve e cosa posso lasciare in un angolo. Quasi tutto va nel trash. Ci tornerò più tardi, forse, per scegliere cosa debba essere rimosso del tutto.
Cambio tutto in un attimo: progetti, emozioni, priorità, eventi, persone, atti. Cambio tutto e non ho paura di niente.
Se dovessi tatuarmi addosso una croce per ogni pensiero sepolto, avrei il corpo completamente nero.
I tuoi pensieri oggi sono nuvole grigie che si stagliano all’orizzonte. È come se stesse per scoppiare un temporale.
Temporale e poi il sole. E poi temporale. E poi il sole.
a me me sa che è già scoppiato….
Ti rispondo qui…
ok!
Allora non sono l’unico che percepisce un terremoto mentre si ha un po’ di tachicardia!
Io mi sento sempre il letto, la sedia ecc. ecc. ballare e devo guardare il lampadario per vedere se sono io o la terra.
Urca, anche io sento il terremoto ed invece è solo il mio cuore!!! Scoprire di non essere l’unica mi tranquillizza 🙂
E guarda che già siamo in tre tra i commenti. All’inizio pensavo fosse gravissimo.
infatti, mi consola vedre così tanta gente con le mie stesse sensazioni 🙂
Ammore, questo brutto vizio di fare, fare, fare…
Snaricio con disappunto e temo per il tuo deretano: non sia mai che si trasformi in segaligno. Sarebbe un’onta, una disdetta, una iattura per lo mondo intero e per il tuo divano in particolare!
RIfletti. Vuoi davvero buttar via la tua vita così, facendo cose?
Guarda che rispondo dopo 5 giorni.
Che vergogna…
Ho dovuto farefarefare. Pur comodamente distesa, in alcuni casi…
O Telematica Signora, cosa posso dire se non che l’incessante presente, il qui ed ora, il minuto per minuto, è un faro che guida le mie azioni da troppo tempo? Il passato unicamente per riflettere, il futuro indifferente… incerto… dipende da quanto filo ha srotolato per te il buon Odino.
Ricorda di passare a liberare il cestino una volta che hai finito, O Demonica Regina, se no peserà troppo a lungo.
Cestino vuoto.
Come la testa.
Direi che non è male.
Ripeti con me: “è tutto nella mia testa, è tutto nella mia testa, è tutto nella mia testa…” Non serve a nulla, ma distrae un po’.
Dimmi la verità: tu lo ripeti davvero? Dimmelo dimmelo! (Con me di solito funziona: “Lo sai che non è vero, lo sai benissimo che non è vero…”.
Certo che lo ripeto! Ovviamente serve a ben poco.
Quanti pensieri! Non sottovalutare quel principio di influenza…
M’è venuta la bronchite anfatti. A Topper, eccheccaz!
Non è colpa mia…
Bello stile…e bella la metafora touch screen + cestino!
Grazie! Secondo te lo posso pubblicare un libro? Ci terrei tantissimo.
Tillaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!
E pure qui!
Guarda come sono “ubiqua”!.
‘mazza!