Uno dei meccanismi di difesa più rilevanti che ho dovuto instaurare a causa del mio lavoro, è stato quello di imparare a non ascoltare il mio interlocutore, riuscendo comunque a far credere di essere molto concentrata sulle sue parole.
Quando ci si occupa di diritto di famiglia si può star sicuri che, in un’ora di conversazione (se ti dice culo), ciò che realmente interessa ai fini del lavoro è detto in 15 minuti circa. Tutto il resto è sfrancicamento di palle inutile che, semmai, dovrebbe essere di competenza dell’amica/o del cuore o di uno psicologo, il quale, peraltro, fa la stessa cosa che faccio io, cioè fingere di ascoltare e intanto rompersi i cojoni, essendo, tuttavia, pagato a tempo proprio per quello e traendone, quindi, minore nocumento.
E’ essenziale, pertanto, riuscire a superare gli ostacoli di una conversazione pesante e noiosa, salvando comunque brillantemente la faccia.
Ecco a voi, dunque, un breve prontuario, adattabile a ogni occasione, con le regole di base atte a consentire di pensare al cazzo che si vuole mentre qualcuno vi parla lungamente di cose di cui non ve ne fotte una cippa.
In primo luogo, quando si parla per la prima volta con qualcuno, è fondamentale memorizzare le sue modalità di dialogo e soprattutto i toni e le pause.
Normalmente, infatti, i momenti in cui sarà richiesta una partecipazione attiva al dialogo corrisponderanno ad alcune pause.
Quelli che parlano lentamente, che non sono necessariamente gli stessi che partono da Adamo ed Eva per dirvi che ore sono, sono i più infidi, perchè, oltre a essere lenti come la morte, di solito hanno pause più lunghe e più frequenti e un tono nenioso sempre un po’ uguale e possono, quindi, trarre in inganno facilmente.
Altrimenti, una volta memorizzata la modalità tipica della persona in questione, difendersi sarà piuttosto semplice.
Lasciate scorrere il fiume di parole inutili senza alcun cruccio e intanto pensate pure alla lista della spesa, alla gnocca del piano di sopra, ai bicipiti del garzone del fornaio o al colore più adatto per le pareti della sala.
Ad un tratto vi accorgerete di una piccola pausa tra un blablabla seccante e l’altro, a quel punto dovrete inserire le seguenti espressioni: “Mmh assertivo” (cioè quel mugugnio che da a intendere un “Sì, appunto, ti ascolto, anzi, continua, ti prego”) o un “Uhm di dubbio” (cioè un “Ah, interessante davvero, adesso ci penso per bene”). Ma attenzione all'”Uhm di dubbio” ! Va utilizzato solo con le persone alle quali non fotte un cazzo di ciò che pensate, altrimenti correte il rischio che vi si chieda: “Perchè uhmmi? Cosa ne pensi?”.
Dopo queste brevi pause di scarsa rilevanza e quando l’interlocutore sarà giunto a quello che lui pensa essere un nodo cruciale dell’interminabile pippone palloso, percepirete una pausa netta, un arresto, che solitamente termina alternativamente con un tono <!> o con un tono <?>.
Se riuscite per mero caso ad afferrare anche l’ultima parola detta prima del tono, vi troverete indubbiamente in grande vantaggio, perchè sarà più semplice buttare là una cazzata che suoni appropriata.
Altrimenti, niun timore! Ad un tono <!> si risponde con un: “Ma tu guarda…” o con un “Ma dai…”. E’ essenziale, tuttavia, mantenere un tono neutro, perchè non sapete se il tono <!> sia positivo (espressione di gioia) o negativo (indignazione o aperto dramma), quindi mantenendovi neutri e, qualora la conversazione avvenga di persona, assolutamente inespressivi, non sembrerete fuori luogo e apparirete molto seri nella comprensione dell’interlocutore.
Per salvarsi da un tono <?>, invece, che per sua natura è più rognoso perchè dovrebbe coinvolgervi più direttamente, io mi son sempre trovata bene rispondendo con un altro tono <?> e, più specificamente, con la domanda: “Secondo te?”, preceduta da una breve pausa che dia l’impressione di aver prima riflettuto bene sulla questione e che ora stiate cercando di spingere alla medesima riflessione l’interlocutore. Qualsiasi stronzata partorirà a seguito della vostra domanda, penserà di aver toccato i più alti apici metafisici grazie a voi e, credetemi, ve ne sarà grato.
Qualora, trovandovi dinanzi un interlocutore palloso ma non del tutto idiota, foste colti in flagranza di sticazzi uditivo e vi fosse posta la fatidica domanda: “Ma mi stai ascoltando?”, può essere salvifica la risposta, pronunciata con tono solenne e senza troppa fretta, “Sto riflettendo su quello che mi hai detto prima”. L’interlocutore, per capire a quale prima vi stiate riferendo, sarà propenso a ripetere uno dei diversi “prima” seguito da una domanda. La peggiore ipotesi che vi può capitare in questo caso è che risponda molto semplicemente con un: “Cioè?”. In tal caso vi suggerisco di improvvisare una supercazzola.
Ovviamente se la conversazione dovesse avvenire per il tramite di un cellulare, state in una botte di ferro! Non solo potrete non ascoltare e pensare ad altro, ma anche fare altro: mettervi lo smalto, cucinare, leggervi un libro e financo masturbarvi.
Per qualsiasi difficoltà basterà imputare la causa alla mancanza di rete: “Non ti ho sentito, non si sente bene”; “La voce va e viene, ti sento a tratti”; “Sei tutto metallico”; “Sento l’eco della mia voce”, ecc. ecc.
E a mali estremi, ovviamente, potrete attaccare il telefono all’improvviso. In tal caso, tuttavia, per non dar adito a sospetti, pigiate il tastino di chiusura della telefonata SEMPRE mentre state parlando voi, interrompendo a metà la vostra frase.
Ecco, io non parlerò mai più con te nè vorrò conoscerti mai.
Nah scherzo, ti farò invece un sacco di domande.
Parlare mai più con me?
Bene bene bene, questo post sta sortendo gli effetti desiderati…
FigliUolo tu sei l’erede al trono, non dire cazzate o ti punisco.
Come se ti dispiacesse picchiarmi con il battipanni, c’hai l’aria furba tu.
Il battipanni è poco psicologico. Tu mi sei tutto di testa, troverei una punizione cerebralissima per te.
Sai, ho sentito che nella Psicopolizia cercano nuove reclute, dovresti fare domanda.
Chissà cosa fa davvero nella vita la tua mamma…
Non so se voglio scoprirlo.
Ok signora professoressa
Non sia mai detto che capiterà di sentirci
E ti riconoscero’ dopo questa ammissione ahahahahah
Un bacio tilla
Tremenda come sempre ma stupenda
Marcello
Marcello caro,
mica ho svelato tutti i miei segreti di sticazzi uditivo e poi io sono allenatissima. Impossibile capire quando non sto ascoltando una cippa. Talvolta poggio persino il telefono, vado a far altro e poi torno e non se ne accorge nessuno.
Grazie mille!
Bacio, come sempre enorme.
Ahahahahah
Io son sempre più dell’idea che sei tremenda
Marcello
Commentare come si deve questo post non credo sortirebbe la giusta impressione.
Sarebbe troppo lungo e tu, a metà lettura, cominceresti a leggere secondo l’asse centrale di Hubbard, cucinando una pasta ai funghi, mettendo un disco dei Beatles o segando una trave da carpentiere. Tutte le frasi periferiche, in questa lettura, sarebbero saltate a pie’ pari.
Ed a me sta cosa sta sulle palle.
Mi limito dunque ad un maquantoseibrava?
Che altri non è che la sintesi del trattato che avrei dovuto ivi riportare.
Buona giornata…
E guardami negli occhi quando parlo!
I tuoi commenti si fanno sempre più interessanti. Più ci si spinge oltre la soglia del formalismo palloso e più mi diverto.
Non temere la lettura secondo l’asse centrale di Hubbard: leggo anche tutti i post così, di solito una riga sì e una no, soprattutto quelli che commento entusiasticamente.
Grazie mille per il complimento riassuntivo.
P.S. Guardo sempre negli occhi mentre ascolto: serve a mettere in difficoltà l’interlocutore e/o a fargli credere che lo ascolto intensamente.
Doves – Firesuite (lost souls)
E così però mi ricordi nostalgicamente un mio ex…
Ho bisogno di riprendermi il mio presente:
Interessante. Molto.
Buon fine settimana cara…quando passò qui mi viene da ridere …grande !
“quando passò qui mi viene da ridere”, credo che sia ciò che maggiormente mi rende soddisfatta nel condurre innanzi questo agglomerato di parole per lo più inutili.
Grazie grazie!
Cosa posso aggiungere che tu non abbia già perfettamente scritto? Che consigli dare? Io, nel mio piccolo, cerco di auto-sorprendermi. Cosa intendo? Mentre l’altro parla e non me frega una sega di quello che l’altra parte dice (il 99% delle volte) cerco battute da fare mentre le faccio filtrare, seriamente e puntualmente, dentro la risposta alle sue ridicole, inutili informazioni. In questo modo testo la mia sopportazione fisica e mentale cercando di non ridere mentre parlo. Al telefono è perfetto, anche se parlo io penso ad altro (e si vedono i miei commenti su WP) tanto ho un disco di cagate pre-registrato perfetto per ogni occasione. Dalla più brillante alla più tetro, ogni cliente ha la sua preferita.
Don’t ya love her madly Wanna be her daddy Don’t ya love her face Don’t ya love her as she’s walkin’ out the door Don’t ya love her as she’s walkin’ out the door
Ops, cantavo… Scusa, dicevi? Ah, ma sei tu, caro. Sei andato a prendere i bambini a scuola? Ricordati di telefonare alla mamma per confermarle l’invito a pranzo di domenica.
Approposito hai ordinato quei vasi di gerani da mettere sul balconcino? Già che chi sei ordina 5 quintali di fieno per la mucca Carolina, ma che sia buono, che ultimamente fa il latte acidulo.
Sticazzi! Ma devo fare tutto io? E complimenti per i Doors.
Tesoro, a qualcosa nella vita dovrai pur servire, no?
come ti capisco…io dopo anni di ascolto di lagne endemiche ho adottato un frasario di evitamento a mio avviso efficace all’occorrenza… ma sono pronta a nuove tecniche se organizzi un corso avvisami …. 🙂
“Lagne endemiche” è appropriatissimo. Soprattutto quando: 1) c’è un’eterna riproposizione del medesimo problema al quale è già stata fornita un’ipotesi di soluzione del tutto inascoltata; 2) alla persona pallosa nemmeno interessa la tua opinione, sei solo il vaso del momento in cui riversare le proprie cagate.
esattamente.!! e aggiungo: l’assoluta pretesa che la “lagna” sia un corollario dovuto ad una prestazione professionale indi per cui gratuita! e peggio che, confortati nella predisposizione all’ascolto, pensino che il tuo numero di cellulare sia “telefono amico” e ti chiamino pure per il ruttino del figlio…e se non rispondi partono le email: .”..spero di non disturbarLa, ho visto che non mi ha risposto, ma avrei bisogno di.. ” ma cazzo se non ti ho risposto al primo squillo sul telefono dattela una spiegazione!” e vabbè poi dice che uno si dà alla poesia..
Ah! Mi ricordi un mondo, una vita, che sono felice di aver abbandonato. Sì un corollario che diventa una pretesa assoluta. Gente che chiama a qualsiasi ora, nei fine settimana, a Capodanno, per chiedere se è meglio che la pipì la fanno subito o fra 5 minuti oppure per dire la moglie/marito ha detto “fanculo” definendola un’emergenza.
cara Tilla in effetti non è di attualità neanche più per me.. dopo un po’ ho trovato la quadra e col tempo ho pure optato per un’ecologia dell’approccio a mio vantaggio senza venire meno sul punto professionale, il fatto che tu brillantemente hai evidenziato e sui cui concordo è che bisogna avere il controllo della situazione, e per questo le classiche tecniche di comunicazione efficace vanno bene tutte. ma aggiungerei anche un buon grado di consapevolezza/ percezione delle proprie emozioni per non farsi sopraffare.. e poi un “fanculo” tattico se si rende necessario ci sta 🙂
Antonia, hai scritto “fanculo”!
ahahah a volte non lo scrivo… :-).. ma quello tattico è sopraffino ci vuole allenamento…. non è che devi proprio esternarlo.. nelle relazioni sociali, professionali in genere a volte crea pure un buon punto si svolta.. non credi?
p.s. noto che in linea con le tue tecniche sei saltata a piè pari dalle prime cinque sei righe al finale…. ..l’essenziale è sempre meno evidente del superfluo..grande.!.. 😉
No, è l’eccezione nella modalità comunicativa: pericolosissima perchè potrebbe scardinare tutte le teorie e difese.
vero!… fino all’autenticità…
Un po’ come un cliente che ti ringrazia e ti chiede scusa di aver rotto le palle e magari ti vuole persino pagare.
Io adotto un solito mavaffanculo dopo cinque minuti se la conversazione mi annoia.
Se la persona è già conosciuta e stimata l’effetto è migliore.
Se sono al lavoro e la ggggente la devo ascoltare per forza, ma sono in una giornata no, mi piazzo un sorrisone sulla faccia, che dicono risulti simpatico, e la ggggente è contenta.
E quelli incazzosi li punzecchio con le bamboline voodoo che tengo nel cassetto, insieme agli spilloni di metallo che uso anche come
spiedoni per grigliate
attrezzi per legare i capelli
bastoncini per grattarmi la schiena.
Che la punta di metallo mi solletica assai.
E se capita che mi faccio male dassóla con gli aggeggini metallici, non ci sono cazzi, il vaffanculo diventa come il global warming.
Totale.
VetrA ier sera mi sei mancata, ma tanto.
Ho fatto abbastanza la brava, non ho mandato affanculo (quasi) nessuno, ho detto poche parolacce, non ho parlato di cazzi, non mi sono divertita a mettere in imbarazzo nessuno (o almeno non troppo). Insomma che palle! Perchè non c’eri? Eh?
Tilla!
Non gliel’ho fatta, mi dispiace.
Mhhh, racconta un po!
Dai!
😉
La domanda ora è: “che lavoro fai ?” Per favore non rispondermi: “Secondo te?”
Al momento nessuno, Lupo.
Non sei sola
c’è sempre questa solleticosa dose di saggezza e pestiferezza nei tuoi scritti che mi ricorda il motivo per il quale sei tra i pochissimissimissimi blog che leggo 🙂
Kiwetta! Ma allora ci sei ancora? E dove sei? Che fine hai fatto?
Perchè non scrivi?
Ti sto troppo con il fiato sul collo?
Credo di non scrivere più perché…. sublimo certe cose con la psaicoterapia. Ti pare un valido motivo?
Ci sono, però. Sto anche un po’ come sempre, fra un nuvolone buio e uno meno buio, fra un fiato e un nonfiato, fra una cosa e l’altra ci sono sempre.
Poi qui ogni tanto ci passo, non sempre lascio tracce, ma ce sò 😉
Psaicoterapia??? Ma costa!!!
E’ tanto comodo un bel blog gratuito su cui scrivere un sacco di cosette e sorbirsi tante parole da chi sta messo peggio di te.
Io credo dovrò andare in psaicoterapia a causa del blog: mai incontrato tanti isterici egotici come qua dentro. E guarda che di gente ne ho conosciuta…
Ma se passi, almeno un “aò sto bene”, solo quello, così, in ricordo dell’antico amore.
eccome se costa!!
Infatti ci vado per lamentarmi soprattutto di questo 😀
Ma mentre ascoltavi parlare Herbert allora facevi finta?! Chissà a cosa pensavi.. Io guardavo te..
In genere se uno non mi interessa proprio non lo ascolto, comincio a fissare nel vuoto oppure proprio me ne vado lasciando anche tutto un discorso a mezzo.
Comunque non sei una dissimulatrice, in realtà ascolti sempre tutti con attenzione.
No tesoro, Herbert lo ascoltavo, perchè quello che diceva Herbert mi interessava davvero. Herbert è uno che nella vita non ha ormai quasi più un cazzo da perdere, è uno che dice quello che pensa così come lo pensa a chiunque sia lì, non gliene fotte un cazzo. Le uniche cose che gli importavano in quel momento (e credo sempre) erano bersi un mojito pagandolo il meno possibile e incontrare il suo “medico” per la “medicina”. E’ uno sticazzi vivente. Figurati se per me uno come Herbert non è importante da ascoltare.
Tesoro mio, tu fissi il vuoto sempre e comunque e quando ascolti decodifichi secondo un tuo linguaggio che è meglio se ne parliamo in privato.
Non sono una dissimulatrice? Vedi che la mia tecnica funziona perfettamente?
E io ti amo perché nessuno potrà mai capire il fatto che per te conta solo l’umanità vera come la si può trovare dove nessuno guarda. “Sti cazzi vivente” è da applausi
Ma io non desidero la comprensione. Mi interessa l’intuizione.
E non vendermi al mercato dei cazzoni. Vendimi là dove gli acquirenti si possono permettere di pagare un prezzo tanto alto.
Compendio preziosissimo (chapeau!) gustato con le noccioline ed il prosecco. Mi permetto di suggerire, nel caso in cui l’estraniamento creativo venga bruscamente interrotto dall’infida domanda del tipo “ma… mi stai ascoltando?” che è caldamente opportuno ancorarsi, con fare professionale e collaborativo, ad uno qualsiasi dei pochi punti realmente salienti del blablablabla, che pertanto è bene introdurre nelle prime battute prima dell’abbiocco.
Un suggerimento musicale
Il tuo suggerimento, nel contesto di un commento così esteticamente bello che mi è venuto il pizzicorino ai polpastrelli, è saggio e utile, tuttavia potrebbe perdere la sua efficacia dinanzi ai dialogatori senza filo, quelli che passano di palo in frasca tra una rottura di cojoni e l’altra e che, pertanto, non consentono una risposta a cazzo adeguata tramite allacciamento alla prima stronzata detta.
Ringrazio per il complimento che ripingpongo alla mittente accelerandolo vieppiù (sto reintingendo le meningi in quel di Gadda ultimamente). Per quelli che zig-zagano, slalomeggiano e il cui loquire, diciamo così, è assolutamente random_sa_Zio_come, direi che una risposta a cazzo, pardòn, fuori contesto, supportata però da uno sguardo profondo, impenetrabilmente serio, indecifrabilmente saggio e lontanissimo, uno sguardo da replicante (ne ho viste cose, io, che ne potete sapere?), una risposta del genere, dicevo, può senza dubbio risolvere la cosa (é appunto a quello che alludevo con Zidane, una capata in bocca virtuale, acontestualizzante).
Ma tu guarda che commenti… Scusa posso prenderti come mio amore virtuale per il prossimo mese? Sono rimasta sguarnita della Beatrice per scrivere la mia Commedia del Quotidiano e potermi sdilinquire in modo approssimativo e possibilmente sciatto.
Avrei anche deciso di dare una svolta patetica alla mia vita (sai, il patetico funziona sempre molto in Italia), magari sei il blogger giusto per potermi spingere oltre il limite del vagamente drammatico.
“Ripingpongo”, “vieppiù”, “acontestualizzante”…
Ma sul tuo blog non scrivi? Avrei più possibilità di inserire commenti lacrimevoli e adoranti.
Ho a che fare con alcuni professionisti della logorrea diarrotica: quelli spietati, imprevedibili, che ti piazzano the change of subject quando stai quasi raggiungendo la fase REM. Personalmente, taccio. Tanto, non è richiesto un consiglio. Taccio e mimo. Forsennatamente, mimo l’espressione del mio aguzzino, amplificandolo tipo diva degli anni 20: se sta annuendo, inizio a far sì con la testa fino a staccarla, se alza un sopracciglio, strabuzzo gli occhi, se piega il labbro in giù, mostro il disprezzo del conte che pesta la merda, se ha un principio di lacrima, singhiozzo, se ridacchia, erompo in risatona soffocata.
Tale empatia facciale risulta estremamente gradita ed esaustiva.
Al telefono, spesso fingo mal di gola. Ho la laringe più delicata di tutta l’Eurasia.
Innanzitutto tu sei una stronza!
Perchè io quel tuo far sì con la testa in modo compulsivo LO CONOSCO BENE! L’hai fatto anche con me più e più volte.
E io non mi capacito, non capisco perchè! In fondo sei l’unico essere (no, umano no, non mi permetterei mai) con il quale parlo a macchinetta cagando il cazzo con tutte le mie storie e storielle e minchiate e pettegolezzi e incazzature e mezze lagnette ma non troppo, ecc. ecc.
E di solito tu mi ascolti… mi ascolti, no? Vero?
Piuttosto: ma hai visto che commenti carini mi ha scritto il tizio sopra di te? Non ho idea di chi sia, ma mi piacciono i suoi commenti. Sì lo so lo so: ormai è assodato che i blogger sono tutti degli egotici paranoici, però…boh…
I don’t even dignify your answer with a response…
Ho visto, ho visto! Ma quello nell’avatar sarà lu? Con l’accento sulla u?
Ho dato solo una rapida occhiata. Penso di sì. Per una volta mi sono concentrata solo sulle parole.
Ammmore, quando vedo tuoi segnali di vita a quest’ora mi spavento.
Sei davvero tu o hai lanciato un’app?
Ahahahahahahahahahahahahah!
E’ un tristissimo martedì.
A che ora attacchi il turno, babe?
e una mail come fai a troncarla via? (mi servirebbe per oggi) 😛
Scuuuuusami! Non ho fatto in tempo a vedere il commento! Hai già risposto?
no. ma non preoccuparti, è tre giorni che la questione tormenta e la questione (lavorativa) è delicata. sto pesando le virgole.
ahpperò se sono stordito! ci sono arrivato a scoppio che ritardato è dir poco, ripensandoci, al doppio senso della tua risposta. chapeau!
Ora me lo stampo e me lo tengo come prontuario 🙂
BrillantA credimi davvero funziona.
Ottimi consigli, mi piace leggerti e continuerò a farlo.
🙂
Ma grazie.
Io faccio esattamente le stesse cose! Con il mio compagno, quando si mette a parlare di batterie del motore, filtri dell’olio, iniettor… eh? mmhh… sì sì…. bravo….
Sono pallosetti, nevvero?
Chissà perchè l’essere di sesso maschile quando parla di una sua passione lo fa per ore e ore e ore, anche se sa che non te ne fotte un cazzo.
ma mi si arrabbia pure se non lo ascolto. perchè la batteria del camper è argomento fondamentale “che dovrebbe interessare anche a te!” -___-;