Che meraviglia la notte.
Anche quando con artifici e raggiri riesco a convincerti che sei stanco da morire, che è decisamente meglio se dormi, perchè io ho da sbrigare dei lavori che riesco a svolgere solo di notte ed è inutile che mi aspetti sveglio, che i miei orari sono quelli che sono.
E poi rientro in camera più volte con il mero fine di impedirti di dormire, perchè faccio della molestia un’arte.
In fondo mi stai già imparando. Sai che ad un certo punto devo isolarmi acusticamente, che ho bisogno di attimi di solitudine e di silenzi. Che ogni notte sono come un generale che deve prepararsi per la battaglia del giorno successivo.
E’ bello quando qualcuno ti impara.
Come Eleonora, che dal diverso suono dei miei passi per la casa comprende il mio stato d’animo. Ecco, già mi manca Eleonora…
O Ares o V. che in alcuni momenti mi intuiscono dallo sguardo. “Fumati una sigaretta eh”.
Quando qualcuno ti impara significa che esiste una volontà, un desiderio di imparare. In realtà non accade così frequentemente. Ci vuole attenzione per l’altro e questo tipo di attenzione scarseggia tristemente. Talvolta anche in te. No. Spesso anche in te. Ma apprezzo l’impegno.
Però non posso fare a meno di stupirmi ogni volta che da un’impercettibile variazione del tono della mia voce, impercettibile a me stessa, riesci a percepire una corrispondente variazione nel mio sentire.
Che, insomma, a modulare la voce son piuttosto bravina, perfettamente in grado di simulare qualsiasi cosa volendolo. Questione d’abitudine. Eppure, ciò nonostante, tu lo senti. E lo sentivi persino prima di conoscermi, attraverso un telefono. E’ per questo che.
So che questo post ti darà fastidio più di tutti quelli in cui ti prendo in giro o dei vari velati riferimenti che spargo un po’ ovunque e che ti fanno ridere. Perchè tu ridi. E anche quando sei con me ridi, nonostante la tua paura di essere felice.
E’ che, in realtà, siamo molto più simili di quanto io non ti abbia fatto credere. Siamo fatti entrambi al contrario. Ed entrambi rompiamo le palle pesantemente. Solo le modalità sono diverse e quella differenza di modalità fa sì che io spesso non sia in grado di tollerarti oppure senta la necessità di ferirti. Ma quest’ultimo aspetto, in verità, è abbastanza reciproco.
Io so già che quando ripartirai diventerai eccessivamente fastidioso e penserò che nemmeno morta ti consentirò di tornare. Io, dal canto mio, sarò decisamente più intollerante, cruda e pungente. Un’ecatombe insomma. Ma ha davvero importanza? Lo sai, l’unica cosa che conta per me è l’intenzione.
<Tu sei troppo maieutica con tutti>
Ma chi altro avrebbe mai potuto dirmelo?
Guarda anche solo per questo…
No, sto mentendo. E’ anche per il resto, per quel resto che.
Anzi, quasi quasi adesso vengo a svegliarti di nuovo…